In merito al Comunicato stampa pubblicato ieri dalla Città Metropolitana di Torino e subito diffuso da molti organi di stampa, per onor di verità, desideriamo raccontare il reale andamento della vicenda smentendo la superficiale informazione, farcita anche di un clamoroso e ripetuto errore tecnico (il termine “leucista” non esiste, quello corretto è “leucistico”) che è stata divulgata.
Innanzitutto, nessuno ha mai confermato che l’animale di cui si è parlato nelle ultime settimane sia uno stambecco; anzi, come ha ripetutamente ipotizzato il Prof. Rossi nel corso delle due uscite di monitoraggio organizzate in collaborazione col Comprensorio Alpino TO3 e la Città Metropolitana, è molto verosimile che si tratti di un ibrido tra stambecco e capra domestica. Tale ipotesi potrà essere avvalorata mediante indagini genetiche per le quali sarà necessario disporre di campioni biologici dell’animale ottenuti, ad esempio, tramite la raccolta delle fatte o eventualmente per mezzo di tele anestesia e successivo prelievo di sangue. Ma sul come e quando dovranno essere effettuati tali approfondimenti saranno le Istituzioni competenti a decidere, così come dovranno definire le azioni tese alla salvaguardia del patrimonio stambecco qualora fosse confermata l’ipotesi dell’ibrido e se si accertasse la sua fertilità.
In secondo luogo, è opportuno precisare che, dopo la prima segnalazione effettuata il 5 novembre scorso da un cacciatore autorizzato al prelievo selettivo di un camoscio (segnalazione peraltro confermata da esaustiva e ben definita documentazione fotografica), il Comprensorio Alpino TO3 ha iniziato a monitorare l’animale in questione impegnando nelle osservazioni due volontari e direttamente il proprio personale dipendente nelle giornate del 13 e 17 novembre al fine di consentire un sicuro avvistamento il 18 novembre, giorno programmato per il sopralluogo del Prof. Luca Rossi dell’Università di Torino e di un funzionario della Città Metropolitana. In effetti, in quella giornata, i dipendenti del CATO3 Barini e Borgo hanno accompagnato i suddetti esperti sul Monte Palon dove, insieme ad un gruppo di altri 23 stambecchi, hanno avvistato l’esemplare bianco, di sesso maschile e privo di corna, osservandolo per alcune ore, anche a breve distanza, e acquisendo una preziosa documentazione video-fotografica. Nella giornata di sabato 21 novembre, alla quale si riferisce il comunicato diffuso a mezzo stampa, è stato organizzato un secondo sopralluogo a cui hanno partecipato, oltre al tecnico faunistico del CATO3 Borgo e al Prof. Rossi anche due agenti della Funzione specializzata tutela fauna e della flora della Città Metropolitana di Torino e il giornalista della Rai Maurizio Menicucci accompagnato dalla sua troupe. Ciò al fine di registrare in loco un servizio televisivo su questo curioso animale e sentire a riguardo il parere autorevole del Prof. Rossi, il quale opportunamente intervistato, ha illustrato con dovizia di particolari le osservazioni effettuate e spiegato quella che può essere considerata come l’ipotesi più probabile, ovvero un incrocio tra capra domestica e stambecco, non tralasciando le eventuali criticità che potrebbero derivarne.